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L’ELEZIONE DEL PRESIDENTE
by Pino Cariati

Un giorno tutti quanti gli animali
Decisero di darsi un Presidente
Che difendesse gl’interessi loro
E li rappresentasse in faccia al mondo

Fu un detto e un fatto e in men che si non si dica
Vennero convocate consultanze
Raduni, forum, tavolate oblunghe
Per dare ad ogni idea cittadinanza

Accorsero da tutte le province
Vennero in fretta a dar testimonianza
E il sole quasi si riempì d’orgoglio
A illuminare la grande adunanza

Vennero tanti e tali di animali
Che parve di veder le cavallette
Coprire come un manto la citade
Le terre, l’acque, e i cieli sopra i tetti

C’erano i delegati dei maiali
La società dei rettili mutanti
La folta schiera dei topi di fogna
E quella delle rane gracidanti

Il circolo dei lupi d’alto rango
La lega dei somari indipendenti
La fratellanza di volpi e sciacalli
E quella delle gazze saltellanti

Un asinello bigio lasciò il cardo
Di cui voleva fare un sol boccone
E mentre s’accostava alla parola
Volle vestir la pelle d’un Leone

 Bestie elettori – Disse – aprite gli occhi
…La civiltà, …la libertà, …il progresso
Se voi darete a me delega in bianco
Questa contrada non sarà l’istessa

E forse a causa di quel suo apparire
Fu proprio lui ch’ebbe la maggioranza
Ma si scompose troppo nel gioire
Gli scappò un raglio e perse ogni apparenza

E si mostrò per quello che davvero
Natura sua l’avea meglio attrezzato
A tutti apparve chiaro il grande errore
E ognuno mostrò il proprio volto irato

“Baro! Imbroglione!”, gli gridaro’ allora
“Ti sei mostrato Re e sei somaro
Perciò devi tornare alla tua stalla
O del tuo riso resterà l’amaro”

Ma lui timor non ebbe proprio niente:
“Frenate le parole in mezzo ai denti.
Ormai m’avete eletto e non mi muovo.
Silenzio! E rispettate il Presidente!”